Recensione "Hybrid" - Filippo La Porta


Scheda Tecnica:


Titolo: "Hybrid"

Genere: Saggistica

A cura di: Filippo La Porta

Edito: Enrico Damiani Editore

Prezzo cartaceo: 14,00

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Sinossi:

Al postumano (o transumano) ci siamo già arrivati: cibo geneticamente modificato, protesi di nuova generazione, tecnologie riproduttive, clonazione… 

Tutto questo può essere visto sia come felice opportunità (con nuove straordinarie forme di soggettività, aperta anche verso gli animali) sia come cupa distopia (l’incubo di una intelligenza artificiale in grado di governare il mondo senza di noi).

Sull’aggrovigliata questione del postumano – tra ingegneria genetica, tecnologie dell’informazione, robotica – si sono formati due partiti opposti: scientisti ottimisti e umanisti pessimisti. Per i primi, tra i quali troviamo anche femministe, mistici, filosofi , siamo alla vigilia di un ulteriore stadio della evoluzione, e la tecnologia ci potrà liberare dalla malattia, dal corpo e perfino dalla morte. Per i secondi siamo alla fine della civiltà umanistica, e l’uomo stesso rischia di diventare antiquato, per certi versi superfluo.

Un gruppo di scienziati e umanisti ci guida nelle profondità del problema e delle sue implicazioni bioetiche, lasciando poi a noi la scelta: sgomenti o entusiasti? 

Recensione:

“L’umanità sogna di oltrepassarsi proprio quando sente di essere sull’orlo della catastrofe.”

Quale migliore citazione estrapolare dal saggio in questione se non questa. Credo che nelle poche lettere soprascritte sia racchiusa, paradossalmente, l’essenza contenutistica di tale romanzo che nonostante sia un agglomerato di nozioni, di pensieri contrastanti creati da preesistenti incongruenze ideologiche, di continue confutazioni delle due tesi sostenute strenuamente da ciascuna parte ed autrici della profonda discrepanza presentata in “Hybrid” tra i vari critici che hanno preso parola tra le sue righe, parla dell’essere umano in quanto “imperfetto” e dunque “facilmente decodificabile”, come d’altronde la frase appena indicata.

Ci sono veramente tante argomentazioni da spendere a sostegno della lettura di questo libro...ma la maggior parte di esse, se rese esplicite, desumerebbero un ingente numero di informazioni elaborate nello scritto che non ho intenzione di anticipare qui al lettore: lo priverei del magnifico brivido che attraversa un corpo nutrito dalla bellezza abitante nell’arte oratoria e nell’evidente padronanza scientifica delle persone intervenute.

Perciò ne parlerò a grandi linee, cercando di lasciare qualcosa in sospeso. I due soggetti protagonisti di tali dispute sono l’uomo e la macchina. Attorno ad essi gravitano infinite dissertazioni e comprendere entrambi chiaramente, sembra quasi impossibile. L’unica certezza che si ha in relazione ad essi è il fatto che il primo abbia creato il secondo, benché, alle volte, sembri il contrario. Tantissimi sono gli interrogativi proposti, ma quello portante è proprio: esiste nell’uomo una caratteristica insurrogabile, irriproducibile ed individuabile unicamente in quest’essere? O le macchine saranno destinate a prevalere su di esso?

Le risposte date nel libro al quesito sopraindicato sono molteplici e discordanti tra loro, ma la conoscenza e consapevolezza che forniscono mette in crisi l’io interiore di chiunque le legga e pertanto aiuta a ripercorrere la propria esistenza e quella altrui, a rivedere la percezione che si ha della società e ad riscoprire se stessi, il sistema, il mondo intero.

“Hybrid” è il romanzo che qualsiasi mente umana dovrebbe affrontare prima o poi. Perché 126 pagine possono essere tutto o nulla e questo dipende solo da chi le elabora. Mi sento di avvisarvi che tra vuoto e pienezza, se mi venisse chiesto di descriverlo in una parola direi: Infinito.