Scheda Tecnica:
Titolo: "Noi che ci stiamo perdendo"
Genere: Mystery
Autore: Manola Aramini
(araminimanola su Instagram)
Prezzo cartaceo: 13,00€
Link d'acquisto: clicca qui
Sinossi:
La scomparsa di Tatiana, la moglie di un noto pianista di origine portoghese, Arthur Cortes, avviene improvvisamente senza una ragione apparente. La vicenda accade a Fregene, nel litorale romano, dove Tatiana conduce una vita agiata e all'apparenza imperturbabile. Arthur Cortes ripercorrerà la sua vita ricordando la sua storia d'amore con l'amante Alma, una giovane cantante di origine indiana, che vive ad Asti. Si susseguono personaggi ambigui, che metteranno a dura prova l'infallibile intuito del Commissario Fermi. Dietro l'apparenza di una normale vita borghese di Tatiana, inizieranno ad affiorare delle ombre. Molte persone potevano avere un movente per ucciderla. Il Commissario Fermi si troverà a lottare contro il tempo per salvare altre vittime, legate alla vita di Tatiana.
Recensione:
L'essere umano è, per sua natura, incline all'ipotizzare congetture inattinenti ed incoerenti alla realtà che, in virtù dell'orgoglio o della presunzione incorporate in questa sua indole, dà per veritiere a prescindere da tutto e tutti.
Congetturare è il verbo che ricorre visibilmente nei comportamenti dei personaggi del libro in questione e che definirei estremamente pertinente alle vicende e circostanze narrate in "Noi che ci stiamo perdendo" di Manola Aramini.
Il perno della storia incastonata tra queste 188 pagine è sicuramente la caratterizzazione psicologica di Tatiana, una donna incatenata alle apparenze e all'immagine pubblica a tal punto da dover vivere un'esistenza che non sente sua e a dover fingere che tutto vada bene, indossando sorrisi perennemente forzati e obliando nel modo più efficace possibile i suoi pensieri più reconditi.
Tutte le persone che la circondano, proprio per questo, hanno elaborato un'immagine di lei che non rispecchia affatto la verità: credono che sia una moglie fortunata, una madre orgogliosa e una donna felice perché piena di attenzioni.
Al contrario, da quando è sposata, vive all'ombra dei successi del marito, sopporta tradimenti e preferenze nei confronti del padre da parte delle figlie e della gente che popola le pagine di questa sua quotidianità agiata ma frustrante.
Ma, nonostante le sofferenze e la profonda solitudine che tali circostanze le infliggono, Tatiana non riesce a scindere i legami che la tengono incollata alla ricchezza e al potere che trae dalla sua tossica vita.
L'umanità di questo personaggio e il nudo delle sue debolezze intrise nel giallo di Manola, sono di certo la carta vincente e l'elemento che contraddistingue questa produzione letteraria dalle altre.
Non vi dirò nient'altro a livello contenutistico e tematico perché mi piacerebbe lasciarvi scoprire da soli la poesia che si cela tra i capoversi d'inchiostro imprigionati in questa storia.
Al contrario vi darò qualche dritta dal punto di vista stilistico:
la scrittura dell'autrice è essenziale e perciò molto piacevole ma la focalizzazione del narratore è zero quindi aspettatevi delle digressioni e delle implicite analisi psichiche dei personaggi.
Ho apprezzato, da lettrice seriale di gialli quale sono, quest'ultimo aspetto proprio perché è difficile trovare un romanzo di questo genere che incentri e dia tanto spazio al carattere introspettivo delle persone che abitano nelle sue pagine.
Vi assicuro che sarà un vero rompicapo riuscire a risalire al colpevole...e il finale sarà del tutto inaspettato: fino all'ultimo, infatti, ho creduto che il colpevole fosse la persona che, nella conclusione, si è rivelata quella meno crudele!:')
In sintesi, consiglio questo libro a lettori riflessivi ed amanti dei gialli. Sono certa che non vi pentirete della scelta.
Buona lettura!