Recensione "Wake in Fright" - Kenneth Cook


Scheda Tecnica:


Titolo: "Wake in fright"

Genere: Thriller

Autore: Kenneth Cook

Edito: Enrico Damiani Editore

Prezzo cartaceo: 17,00

Link d'acquisto: clicca qui



Sinossi:

Il giovane John Grant insegna in una scuola sperduta nell’immenso outback australiano. Durante le roventi vacanze natalizie si ritrova a passare per la piccola città mineraria di Bundanyabba – per gli abitanti Yabba. Dovrebbe rimanerci solo una notte prima di ripartire verso Sidney – la costa, il mare, l’amore, la civiltà – ma senza neppure accorgersene si risveglia intrappolato in un vortice diabolico, fatto di ombre, di sguardi, di profonda, onnipresente minaccia.Dopo poche ore, del ragazzo colto, borghese, metropolitano, dissolto in fiumi di birra e nelle spire del gioco, non è rimasto nulla. Ora c’è un uomo sporco e logoro, gli occhi rossi e l’alito pesante, appoggiato all’albero di un parchetto riarso con in mano un fucile.La sua discesa nell’abisso è repentina e irreversibile, sottile come una scelta, inevitabile come la tremenda calura in questo angolo d’inferno perso nel nulla. E della possibilità di risalire non ci sono certezze.Un piccolo capolavoro, spietato nell’indagare la crudele, selvaggia miseria della nostra natura. Un romanzo d’iniziazione, un incubo fin troppo umano, un piccolo classico della letteratura australiana finalmente tradotto in Italia.

Recensione:

Essere umano e uomo. C’è un sottile, un sottilissimo confine che divide la doppia natura delle persone: quella istintiva da quella razionale, quella animale da quella umana...e basta un minuscolo, un flebile attimo di incoscienza che subito l’una soverchia spietatamente l’altra soffocandola ed impedendole il respiro senza dare alcun segno premonitore, lasciando cadere lo spirito nell’oblio dell’inferno e trasformandolo in bestia feroce. Ed è esattamente ciò che hanno fatto una birra ed un gioco d’azzardo australiano, il Two-up, al protagonista delineato dalla mano esperta di Kenneth Cook in “Wake in fright”, un romanzo profondamente significativo, che lascia al lettore molto più di quello che sembra, un libro che distrugge questo argine e mostra cos’è un uomo svuotato del suo raziocinio e della sua diversità dagli altri esseri umani. Il lettore viene subito buttato a capofitto nell’orrore dell’inferna disumanità ed assapora il terribile gusto della crudeltà e della spregevolezza in un viaggio ricco di tensione e suspense, che lascia i cuori deboli marcire alle spalle del fanatico cammino di Grant, il personaggio fondamentale di tali vicende. Un’opera perfetta scivola velocemente nelle 173 pagine del libro mozzando il respiro di chiunque ne venga a contatto. Fin dalle prime pagine è possibile percepire l’ustionante senso di inquietudine dell’Outback ed il bruciore alla trachea provocato da una bottiglia di whiskey scolata nel tempo di un respiro. La disperazione si erge, capitolo per capitolo, nella natura umana spinta all’estrema del selvaggio, insaziabile dei vizi e delle ossessioni. Vittime della cupidigia dell’alcol e del gioco sopravvivono a stento nell’abisso della dimenticanza e in quel confine fisico tra vita e morte rappresentato dal luogo di passaggio che rapisce e schiavizza molti uomini, a Bundayabba, lì dove l’inferno è quotidianità. Non credo che riempire questa recensioni di tante altre parole, possa rendere giustizia al romanzo in questione...perché nessuna di esse, alla fine, potrebbe rivelarsi all’altezza di una storia così struggente e tremendamente reale...che meriterebbe l’analisi di un critico vero e non quello di una semplice bookblogger come me. Pertanto aggiungerò una piccola cosa e poi a voi lettori l’ardua sentenza: avete mai visto Paradiso ed Inferno simultaneamente? Vi chiedete come sia possibile? Beh, questo è il romanzo dell’impossibile ed è sicuramente ciò che fa al vostro caso...questa, è la dimostrazione che lo stile più celestiale ed etereo può trascinare l’animo di chi legge, senza sdegno, nel crudo girone infernale dell’Outback. Allacciate le cinture e tenetevi forte: lingua di fuoco attendono il vostro arrivo.